venerdì 17 febbraio 2012

Lo splendore del roseto di Roma



Quando è maggio  quasi inoltrato non si può non parlare delle rose in fiore e del meraviglioso roseto di Roma posto sull’Aventino.
Il roseto non è solo uno splendore  della flora, ma anche una testimonianza storica sia dell’antica Roma, sia dell’ebraismo romano.
Infatti durante la monarchia romana  Anco Marzio (642-617 a.C), il figlio di Numa Pompilio, combatté vittorisamente contro i Latini, che i furono deportati a Roma nella Valle Murcia, tra Palatino e Aventino, dove in seguito sarà costruito il Circo Massimo.
Ebbene gli appezzamenti di terra separati dalla via di valle Murcia nel declivo dell’Aventino verso il Circo Massimo è proprio il luogo del roseto di Roma.
Ed ancora su quegli appezzamenti di terrrreno vi fu collocato dal 1645 il cimitero ebraico fino al 1934.
Il cimitero ebraico fu spostato nel 1934 in un settore del cimitero del Verano, e la zona fu occupata da "orti di guerra", per poi rimanere incolta. Nel 1950 il Comune, con l'accordo della Comunità ebraica decise di ricreare il roseto nell'area attuale.
L'antica destinazione non fu dimenticata: i vialetti che dividono le aiuole nel settore delle collezioni formano in pianta il disegno di una menorah, il candelabro a sette braccia, e ai due ingressi venne posta una stele con le Tavole della Legge di Mosè che ne ricorda la passata destinazione.
E’  un'area di circa 10.000 m2, divisa in due da una strada asfaltata, si trovano circa 1.100 diverse specie di rose. In uno dei settori sono ospitate le varietà che permettono di tracciare l'evoluzione della rosa dall'antichità ad oggi, suddivise tra "rose botaniche", "rose antiche" e "rose moderne".

Di particolare importanza la collezione di "rose botaniche" e "rose antiche", la cui diffusione iniziò a declinare dopo l'inizio delle ibridazioni con le rose cinesi, importate a partire dagli inizi del XIX secolo, che diedero l'inizio alle numerosissime varietà delle "rose moderne".

Nella seconda sezione, più piccola, vengono ospitate le nuove varietà di rose appena create, inviate qui da tutto il mondo, che dopo una permanenza di due anni partecipano al concorso internazionale "Premio Roma" per nuove varietà.

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